top of page
  • Facebook
  • Instagram

Il conte vampiro.... italiano

  • Immagine del redattore: Cristian Scalambra
    Cristian Scalambra
  • 8 feb
  • Tempo di lettura: 2 min


ree

La figura del vampiro ha origini molto antiche e ben radicate nella storia, ma anche nella cultura universale. Lo si ritrova infatti come protagonista nelle tradizioni popolari, nonché nella narrativa d'autore, nel teatro, nell'opera lirica, nel cinema, nei fumetti e nella poesia. Non ultimo si è anche affermato come concetto sociologico (simbolo di qualcosa che sottrae energia e che schiavizza), presente nell'immaginario collettivo e nella cultura di massa.

Tutto il mondo ne è intrigato e a questo fascino non si sottrae nemmeno L’Italia. Il bevitore di sangue fa una delle sue prime apparizioni nel 1827-28 nel romanzo storico "La battaglia di Benevento" di Francesco Domenico Guerrazzi, in cui il personaggio del Conte di Caserta è descritto in un modo così peculiare che richiama senza ombra di dubbio la figura del “signore della notte” proprio come ognuno di noi potrebbe immaginarsela.


ree

Frontespizio della prima edizione italiana (opera completa in 4 tomi)
Frontespizio della prima edizione italiana (opera completa in 4 tomi)

ESTRATTI:


Nella parte occidentale del castello del Conte di Caserta era una cameretta remota nella quale nessuno, per quanto fosse ardito, osava di penetrare. I servi, allorché nella notte faceva bisogno per alcuna faccenda passarvi vicino, commettevano alla sorte la scelta di quello che doveva andare; nè questi apprendeva mai il suo nome senza impallidire; e sebbene si raccomandasse al suo Santo protettore, e si munisse col segno santissimo della fede, pur tuttavia s'incamminava sempre tutto pauroso, senza volgere la testa, a passi accelerati, mormorando un esorcismo.


Lì presso al tabernacolo stava immobile un uomo di persona più alta della comune; vestiva cappa di panno oscuro, cinta strettamente alla vita. Il suo sembiante...... oh! il suo sembiante era tale, che chi lo mirava per nessuna altra cosa sapeva più supplicare l'Eterno, se non per ottenere dalla sua pietà la dimenticanza di cotesto volto. La sensazione che agitava la gente alla sua vista non può ridirsi che per via di paragone, assomigliandola a quella che suscita nel cuor dell'uomo sospeso sopra lo abisso delle acque l'urlo salvatico del mostro marino. I colori della malattia e della paura gli stavano su la fronte: le guance aveva emaciate, il labbro tumido, e acceso. Nessuna scintilla, che accennasse la vita, balenava nei suol occhi incavati, coperti di un velo, intenti, ghiacciati. Angeli del Paradiso! Parevano quelli di un Vampiro La sua immobilità, e le membra abbandonate a sé stesse, facevano riputarlo un morto, così fissato in piedi lungo la parete per indurre a penitenza con tanto spaventoso spettacolo chiunque si fosse volto a pregare là dentro; ma facendosegli assai da vicino, vivo lo manifestavano il grave respiro, e il tremolare del labbro superiore in brivido affannoso.


illustrazione tratta dal volume edito da Giosuè Rondinella anno 1843
illustrazione tratta dal volume edito da Giosuè Rondinella anno 1843

Quest'uomo, che dapprima poteva paragonarsi ad un morto richiamato per forza di negromanzia ad alcuno ufficio della vita, adesso il vedevi divenuto tutto moto, e tutto velocità. Il volto già così pallido avvampava acceso di colore febbrile: le membra, d'immobili fatte convulse, in diversi atti del continuo agitavansi, benché non ardisse alzarsi davanti quel teschio che sembrava adorare


Illustrazione tratta dal volume edito da Guigoni-Pagnoni anno 1861
Illustrazione tratta dal volume edito da Guigoni-Pagnoni anno 1861

PAGINE DIGITALIZZATE DELL'OPERA




ree

ree

ree

ree

ree

ree

ree

Commenti


Non puoi più commentare questo post. Contatta il proprietario del sito per avere più informazioni.

NON
PERDERE
GLI ULTIMI POST.

Grazie per esserti iscritto!

© 2024 Sepolti dai Libri | Tutti i diritti riservati - Privacy Policy

bottom of page